La categoria è: vivi, sfoggia, posa!

di Nello Benassi

“Vivi, sfoggia, posa” esclama la voce di Billy Porter nella sigla della serie tv ‘Pose’, che ha fatto il suo debutto il 3 giugno 2018 sull’emittente statunitense Fx. Prima ancora di essere frutto della penna di Rhyan Murphy, il re Mida della televisione americana, la serie nasce da un vecchio documentario. Bastano poche ricerche in rete per trovarlo: si chiama ‘Paris is burning’ di Jennie Linvingstone ed è una perla rara di realismo.

La serie ci teletrasporta nel tempo e nello spazio: sono gli anni ‘80 e ci troviamo nel quartiere Harlem di New York. Quando lo scontro razziale era al suo picco massimo e all’orizzonte si sentiva il profumo della rivoluzione che avrebbe travolto la nazione all’alba del nuovo secolo. 

Nella città che non dorme mai non c’era spazio alla luce del sole per le minoranze. Essere neri, ispanici, omosessuali, drag o transgender significava avere una vita tutt’altro che facile.

L’unico posto in cui queste persone potevano brillare e illuminare quell’oscurità a cui erano stati costretti dalla società erano le cosiddette ‘ball room’: piste da ballo in cui le persone, raggruppate in house (famiglie), si sfidavano partecipando alle ball (competizioni) suddivise in categorie. In mancanza di un affetto genitoriale sul quale contare a causa dell’affermata omosessualità, quella house diventa per molti l’unica casa dove sentirsi amati, rispettati e al sicuro. Sarà proprio questo il motivo che nella serie spingerà Blanca, una donna trans di origini ispaniche, a creare la propria ‘house’ con l’intento di salvare i giovani abbandonati a se stessi e dar loro la speranza di un futuro. 

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La luna e Trevi

La fontana in piena notte

Di Alessandro Rosati

La Fontana de Trevi de notte c’ha un non so che de magico. Anzi pure de giorno, a tutte l’ore. 

⠀Eppure de notte mette quella sensazione d’agitazione che t’arivorta dentro, in senso bono per carità. 

⠀Sarà pe l’acqua che score perenne, che si ce pensi nun s’è mai fermata, che c’era prima, ce sta adesso e ce starà sempre (se spera). 

⠀Sarà che ‘e luci la fanno risaltà in mezzo ar buio de via Poli e pare più imponente che de giorno. 

⠀O sarà che ‘a statua de Oceano che esce dar travertino zuppo e fracico te fa sentì piccolo e insignificante de fronte a tanta potenza, che pari un puntino perso ner bianco immenso der marmo. 

⠀Po’ esse anche che è carica, zuppa come er travertino, de storia. 

⠀Po’ esse pure ‘a mano de Leon Battista Alberti, che, poco, ma c’ha messo der suo. 

Io nun lo so che c’ha sta fontana, so solo che pure ‘a luna, a confronto, s’arangia pe diventà più bella, ma nun ce riesce. 

Ponte pedonale

di Abramo Matteoli

Non ci posso credere, pensa te se è possibile. 

Pure a quest’ora quelli là non la smettono mai di canticchiare e cinguettare, ma guarda te. Che gli avrò mai fatto lo sa solo Gesù. In fondo è lui che ha inventato gli uccelli no? 

Ah, ma chi se ne frega, non sono qui per questo. Però, insomma, sono uscito per fare una passeggiata a quest’ora, speravo almeno che gli uccelli si degnassero di starsene zitti. 

Di solito c’è una bella aria qua sul ponte pedonale, il viale alberato sottostante è ancora più godibile dall’alto; sei giusto giusto più alto delle piante che decorano il passaggio stradale la in basso ed è bello guardare tutto da questa prospettiva. 

E dai, ma a chi la voglio vendere, non si esce mai da soli alle quattro di mattina senza un motivo. Di certo non lo fai per “goderti il tutto” o qualsiasi cosa io abbia scritto lì sopra. Vengo qua solo se ho avuto una brutta giornata, non riesco a dormire o penso troppo. Oggi mi sono capitate tutte e tre, quindi eccomi qua. 

Mi sento proprio uno schifo, oggi non ne ho fatta una giusta. Beh, in fondo diciamocelo, quando mai ne faccio una giusta? 

Esatto, neanche io lo so. Comunque vi racconto, proprio stamani mi è capitato che incontrassi in corridoio quella bastarda di Antonella. 

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