Jamie Vardy, il bomber della gente

di Alessandro Rosati

   Dai monti del South Yorkshire, in Inghilterra, scende placido il fiume Don che con le sue anse eleganti attraversa la Contea e la città di Sheffield. La calma del corso d’acqua però si scontra inevitabilmente con lo scenario da Rivoluzione Industriale della stracittadina. Sheffield è famosa in tutto il Regno per la produzione di acciaio e ciò non può che implicare una caratteristica peculiare e forse non molto nobile: la presenza di industrie (e non poche). Tra palazzi moderni sbucano stabilimenti metallurgici, meccanici, metalmeccanici e chi più ne ha più ne metta.

   Proprio qui, nel rumore assordante dell’industria, lavora un ragazzo di vent’anni. È il 2007. Quel ragazzo guarda e maneggia i suoi attrezzi industriali con la meccanicità di un operaio, ma i suoi occhi sognano già la fine della giornata e ciò che lo aspetta: due porte, un pallone e un campo d’erba, forse. Già perché magari neanche il manto erboso ricopre quei 100 metri di magia, ma a lui va bene lo stesso: l’importante è giocare a calcio. Scordatevi i prati perfetti, le interviste e i milioni, perché il calcio dilettantistico sarà anche passionale ed emozionante, ma è terribilmente crudele. Dopo una giornata di lavoro infatti, ad aspettare quel ragazzo ci saranno i suoi compagni, il mister, qualche pallone e il freddo aspro dell’inverno Inglese.

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Parlando di Europa

di Alessandro Vannucci

   Il mercato mondiale viene dominato da nazioni con un forte potere economico come la Cina e gli Stati Uniti per contrastarlo ed essere competitivi gli stati europei devono essere forti e coesi. 

   Il Recovery Fund ed il Mes sono gli strumenti creati dal parlamento del vecchio continente per risolvere i problemi economici e sanitari causati dalla pandemia.

   Oggi è stato raggiunto un accordo tra i paesi del nord, con politiche fiscali molto permissive e che hanno deciso di applicare l’immunità di gregge per fronteggiare l’infezione da Corona-virus, e quelli del sud, come l’Italia, più estesi, con una densità di popolazione maggiore e una politica sociale e sanitaria più attenta.

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Un piccolo passo per l’uomo

di Nello Benassi

   12 settembre 1962. John Fitzgerald Kennedy, presidente degli Stati Uniti d’America, fa un annuncio che lascia senza parole le 35.000 persone radunate nello stadio della Rice University e l’intero pianeta: “Abbiamo deciso di andare sulla Luna”.

   Forte dei successi ottenuti con i programmi Mercury e Gemini, i quali permisero di portare l’uomo in orbita con conseguente messa a punto dei vari sistemi di manovra e uno studio più approfondito sulle conseguenze fisiologiche della lunga permanenza nello spazio, la NASA lancia il programma Apollo.

   Gli sviluppi iniziali subiscono un brusco rallentamento a seguito del tragico incendio che avvolse il razzo posto sulla rampa di lancio il 21 Febbraio 1967. Per i tre astronauti non c’è stato modo di salvarsi. La missione venne rinominata “Apollo 1”, in memoria di quel volo che non è mai avvenuto.

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L’agenda rossa di Paolo Borsellino

Via D’Amelio subito dopo l’esplosione

Di Alessandro Rosati

Via D’Amelio, Palermo. Sono le 16:58 del 19 Luglio 1992: il Giudice Paolo Borsellino con gli agenti di scorta è appena arrivato di fronte all’abitazione della madre. Ha giusto il tempo di scendere dalla macchina e accendere una sigaretta, poi il boato. Una Fiat 126 imbottita di tritolo salta in aria senza lasciare scampo al Magistrato e a 5 uomini della scorta, tra cui Emanuela Loi, la prima poliziotta a far parte di una scorta personale. Unico sopravvissuto Antonio Vullo, agente che al momento dell’esplosione sta parcheggiando l’auto blindata.  

I motivi della strage, a stampo mafioso, sono ben noti: l’impegno del giudice Borsellino nella lotta a “Cosa Nostra” e le informazioni di cui era in possesso erano troppo scomodi per l’organizzazione criminale e forse, probabilmente non lo sapremo mai, anche ai piani alti della Politica Italiana. Una storia tanto semplice e lineare quanto misteriosa e piena di interrogativi, una tragedia che si consumava ormai 28 anni fa, macchiando indelebilmente la storia del nostro paese.

Paolo Borsellino però è “morto” due volte: fisicamente e ideologicamente. Immediatamente dopo la strage infatti il suo operato è stato fatto sparire, sotterrato da metri di omertà.

Di cosa sto parlando? Delle agende del giudice.

Fonti certe, tra cui la famiglia stessa e la scorta, affermano che il Magistrato avesse sempre con sé due agende, una marrone e una rossa. Sulla prima segnava i numeri di telefono, sulla seconda scriveva tutte le informazioni riservate di cui veniva in possesso. Nomi, cognomi, fatti, testimonianze: su quelle pagine erano scritti tutti i dati ricavati dalle indagini su Cosa Nostra, anche riguardo la Strage di Capaci. Insomma, si trattava di un vero e proprio “tesoro” a livello giuridico.

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