Parlando di Europa3 min read

di Alessandro Vannucci

   Il mercato mondiale viene dominato da nazioni con un forte potere economico come la Cina e gli Stati Uniti per contrastarlo ed essere competitivi gli stati europei devono essere forti e coesi. 

   Il Recovery Fund ed il Mes sono gli strumenti creati dal parlamento del vecchio continente per risolvere i problemi economici e sanitari causati dalla pandemia.

   Oggi è stato raggiunto un accordo tra i paesi del nord, con politiche fiscali molto permissive e che hanno deciso di applicare l’immunità di gregge per fronteggiare l’infezione da Corona-virus, e quelli del sud, come l’Italia, più estesi, con una densità di popolazione maggiore e una politica sociale e sanitaria più attenta.

   La discussione è iniziata sul Recovery Fund, titoli comuni europei; obbligazioni a lunghissima scadenza ed in parte a fondo perduto. Austria, Danimarca, Olanda, Svezia e Finlandia si sono opposte alle iniziali richieste dei paesi del sud, colpiti maggiormente dal blocco economico, ritenendo che ogni stato deve farsi carico delle crisi economica, mentre la Germania, leader europeo, ha appoggiato il fondo perché ha temuto la paralisi dei mercati.

   I Frugal definiti così dal Financial Times perché molto rigorosi ed  attenti all’economia, si sono schierati apertamente contro le politiche finanziarie di Spagna, Francia ed Italia.

   Il vertice di Bruxelles è iniziato una settimana fa e si è concluso stanotte; al nostro paese sono stati accordarti circa 209 miliardi di cui 127 come prestiti ed 82 a fondo perduto.

   Da una osservazione attenta, i paesi “Nordici”, rigoristi e molto critici al recovery fund, ad oggi, ottengono maggiori benefici dall’Europa; infatti, ogni anno, percepiscono dal mercato unico  circa 5000 euro per abitante mentre gli italiani, francesi e spagnoli solo 2000.

   È bene sapere che oltre a questo, gli stati capitanati dall’olandese Rotte hanno ottenuto: uno sconto che prevede una  diminuzione dei versamenti da elargire all’Europa e la formazione di una commissione europea, che verificherà la piena attuazione delle riforme strutturali della pubblica amministrazione tanto pubblicizzate dai nostri politici.

   L’Italia deve impegnarsi, anche in progetti per l’attuazione di un’economia  climaticamente neutra comprendente interventi per la prevenzione di catastrofi, dissesti idrogeologici, ed incrementare l’efficenza energetica, migliorare la gestione dei rifiuti e la trasformazione industriale con prodotti più sostenibili.

   Questi fondi sono disponibili il prossimo anno e non risponderebbero alla crisi commerciale che l’Italia sta vivendo, basti pensare al turismo; alberghi, ristoranti e bar stanno chiudendo per mancanza di turisti.

   Attraverso il Mes & co, si potrebbe usufruire di liquidità immediata necessaria a fronteggiare l’emergenza del commercio e delle industrie, circa 37 miliardi; è un prestito con un tasso molto basso che eviterebbe il rialzo dello spread, ma di questo il presidente del consiglio non vuole, per ora, parlare. 

   In ultimo ma non meno importante è la banca europea, la Bce, che immettendo liquidità nel sistema ovvero trasferendo denaro alle banche, sta cercando di stabilizzare i mercati per dare condizioni più vantaggiose ai cittadini europei. È una sfida molto impegnativa che l’Europa ed in particolare l’Italia deve accettare per rimanere al passo con i tempi, dare nuove opportunità ai giovani e proporre un’economia sostenibile per evitare danni all’ecosistema già compromesso.

   Mantenere una coesione europea è fondamentale, si dove attuare una politica che contribuisca al bene comune; non é più accettabile l’individualismo ed è necessaria un’economia allargata che permetta a tutti gli stati  di crescere e migliorare.

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