Lo sguardo dolce e solitario del saggio

di Michele Puccini

“Plotino o la semplicità dello sguardo”, di Pierre Hadot, (direttore della École pratique des hautes études dal 1964 al 1986 e poi nominato professore al Collège de France), è un titolo tanto efficace quanto enigmatico. Per chi è digiuno di filosofia, anche il nome “Plotino” può lasciare abbastanza indifferenti, ma allo stesso modo la seconda parte del titolo lascia intuire che vi è qualcosa di estremamente semplice nel libro, ma capace di toccare la dimensione umana, proprio come lo sguardo di un attento osservatore, che notando diverse situazioni riesce a mettere insieme i tanti piccoli dettagli che le compongono e magari ad entrare in empatia con l’evento o chi vi è coinvolto.

È proprio con questa tecnica che Pierre Hadot cerca di comunicare con il lettore, trasmettendogli un qualcosa di suo e dandogli un qualcosa che resti e che si riveli un vero insegnamento spirituale per la propria coscienza attraverso il pensiero del filosofo greco. È interessante cercare di capire proprio perché Hadot abbia scelto Plotino piuttosto che Socrate, Aristotele o Platone, nomi sicuramente più d’impatto e di cui conosciamo molto di più. Leggi tutto “Lo sguardo dolce e solitario del saggio”

Dall’origine della disuguaglianza al contratto sociale

di Gabriele Billet

Il Discorso sull’origine della diseguaglianza fra gli uomini è stato scritto da Jean-Jacques Rousseau in occasione di un concorso bandito dall’Accademia di Digione nel 1754 sul tema: «Qual è l’origine dell’ineguaglianza tra gli uomini e se essa è autorizzata dalla legge naturale»

Nell’occasione Rousseau non venne premiato, ma il Discorso fu pubblicato ad Amsterdam nel 1755. Si tratta di uno scritto di poco più di 100 pagine, composto da una dedica dell’opera al governo della città di Ginevra, città natale di Rousseau, cui l’autore si sentì sempre profondamente legato, nonché da una breve prefazione e da due parti. Leggi tutto “Dall’origine della disuguaglianza al contratto sociale”

La libertà attraverso il gioco e la bellezza

di Veronica Zaffora

Le Lettere sull’educazione estetica dell’uomo sono un’opera scritta da Friedrich Schiller, un noto filosofo, poeta e drammaturgo tedesco. Quest’opera, composta da ventisette lettere, racchiude le sue teorie sulla bellezza, il cui significato racchiude nella parola ‘estetica’, al contrario di Kant, che affiancava alla parola ‘estetica il significato di ‘scienza delle sensazioni’. Kant viene nominato spesso all’interno delle “Lettere” fin dalla prima epistola, dove Schiller cita la tesi kantiana secondo cui l’illuminismo sarebbe l’uscita dell’uomo dalla minorità.

In quest’opera Schiller sviluppa ulteriormente la teoria di Platone secondo la quale l’arte può essere alla base dell’educazione alla libertà se si sviluppa un’educazione estetica. Schiller sosteneva infatti che ogni uomo contiene dentro di sé il gene dell’uomo ideale ed ogni uomo è chiamato a vivere un percorso che permette di raggiungere l’ideale di bellezza attraverso il gioco. Leggi tutto “La libertà attraverso il gioco e la bellezza”

La proprietà privata e la degenerazione del progresso

di Lucia Barsocchi

“Il discorso sull’origine della disuguaglianza” è un breve saggio di Jean-Jacques Rousseau pubblicato in Francia nel 1755. Nel 1750 l’Accademia di Digione aveva proposto la questione di quale fosse l’origine dell’ineguaglianza tra gli uomini e se essa fosse autorizzata dalla legge naturale. Rousseau formulò la sua risposta tra il 1753 e il 1754; nel 1755 il suo “discorso”, anche se non ottenne il primo premio, suscitò molto scalpore.

Nella prefazione Rousseau afferma che per comprendere il senso della disuguaglianza tra gli uomini deve essere compreso lo stato di natura dell’uomo nella sua originarietà, cioè, i due principi che precedono la ragione: “Credo di scorgere due principi anteriori alla ragione, di cui l’uno interessa fortemente al nostro benessere e alla nostra conservazione, l’altro ci ispira alla ripugnanza naturale a veder perire o soffrire qualunque essere sensibile, e soprattutto i nostri simili”. In questo modo mette in luce che l’uomo è naturalmente dotato dello spirito di conservazione di sé stesso, quindi di sopravvivenza, e di pietà, cioè di un’innata empatia. Leggi tutto “La proprietà privata e la degenerazione del progresso”