Un inno alla fugacità della vita

 

di Alessandro Rosati *

Flora è un nome qualunque. Un nome qualunque aggrappato ad un viso qualunque. Un nome letto, di sfuggita e un po’ sottecchi, sul cartellino di un enorme valigia, una di quelle che si è soliti portare per lunghi viaggi.

Capelli lunghi e animati da un leggero movimento ondulatorio ricadono sulle spalle di Flora. Qualche nota dorata mitiga il castano scuro naturale: dettagli che lasciano pensare ai giorni passati, sicuramente soleggiati e probabilmente passati su qualche spiaggia della Toscana. Nonostante un accenno di abbronzatura, fitte lentiggini tradiscono un’evidente carnagione chiara.

In viso, un sorriso accennato lascia trapelare una tenerezza d’animo. O almeno così sembra di leggere nel vitreo verde dei suoi occhi, assonnati ma non per questo meno vivaci.

Quella di Flora non è una bellezza che rapisce: un viso qualunque, in un giorno di luglio qualunque. Dolce e grazioso, ma pur sempre confondibile tra mille altri. Leggi tutto “Un inno alla fugacità della vita”

Perché il giornale

di Abramo Matteoli*

Chi di noi riesce sempre a viver bene? Scossi dal verso contorto della voce interiore, appesantiti dall’aria stantia del quotidiano nervoso, redarguiti da desideri distanti e speranze tradite. Schiacciati, con incertezza di noi, nell’immensità del cosmo, dall’assurdo esistenziale del vero.

I giorni dell’umano pensante sono tortuose avventure di resilienza. Sono spietata ed incessabile guerra contro spaventosi avversari psicologici. Parassiti mentali della nostra quiete lontana.

Battaglie di questo genere le combattiamo in molti. Spesso rispettosi del silenzio imposto dal pudore della nostra interiorità. Ci accingiamo con forza a compiere il dovuto compito per il giorno che viene, rispettando gli appuntamenti e seguendo il copione. Sconfiggiamo la fastidiosa presenza dei sentimenti più forti, con l’inaugurazione del vuoto interiore e con l’indifferenza.

Le pulsioni che fastidiano il quieto scorrere dei nostri giorni si vedono affogate dal fortissimo clamore del nostro determinato trantran. Ci salviamo dall’affanno di noi stessi evitando di sentirlo. Se ho troppo da fare, non dovrò fronteggiare il dolore. Se ho troppo da fare, non ho tempo per altro. Se ho troppo da fare, non esiste nient’altro. Leggi tutto “Perché il giornale”

Don Abbondio : personaggio o società?

di Alice Da Prato

Già dalla presentazione del frontespizio di Francesco Gonin, Don Abbondio ci viene rappresentato in parte opposta a Don Rodrigo, lasciandoci intuire che anch’egli rappresenterà un personaggio antagonistico nella vicenda.

Manzoni si concentra molto sul dualismo nel suo romanzo, tipica corrente filosofica del suo periodo storico. Egli si concentra molto sul concetto di bene e male che divide l’anima di ognuno di noi, ciò si evince anche nei personaggi di Renzo e Lucia, i quali sono destinati a completarsi a vicenda nella loro parte di bene e male.

Don Abbondio, invece, ha paura, e la paura non può mai portare al bene. Egli è abituato a non prendere posizione, e se è vero che, per citare il famoso cantautore Giorgio Gaber  “la libertà è partecipazione”, intuiamo  che le scelte del curato lo porteranno a dover sempre dipendere da qualcuno, o per meglio dire, da qualcosa: il potere. Leggi tutto “Don Abbondio : personaggio o società?”

La nascosta utilità del dolore

La nascosta utilità del dolore

di Isabel Bianchi

Quante sensazioni vertiginose “divorano” gli animi degli uomini, infatti ognuno di noi, in ogni istante, prova un sentimento, bello o brutto che esso sia. In ambito psicologico sono sette le sensazioni definite “primarie”: rabbia, felicità, tristezza, paura, disgusto, disprezzo, sorpresa; anche se è necessario dire che ci sono pareri discordanti sulla gerarchia delle emozioni, infatti alcuni studiosi definiscono “sensazioni primarie” otto istanze, altri addirittura quindici. Sono sempre stata affascinata dall’importanza delle emozioni che noi esseri umani proviamo, insomma pensiamoci bene, ogni minimo istante della nostra esistenza è guidato da ciò che proviamo: sono felice? Salto e ballo per tutta la casa; sono arrabbiata? Vado a fare una passeggiata per calmarmi; ho paura? Cerco di uscire dalla brutta situazione in cui mi trovo; sono sorpresa? Sul mio viso si genera una smorfia di stupore mista a divertimento. Indubbiamente le emozioni sono il cocchiere della carrozza della nostra vita, mentre noi siamo i cavalli, i quali sono costantemente e incessantemente guidati in ogni scelta dal loro vetturino.  Leggi tutto “La nascosta utilità del dolore”