Sul metterci una pietra sopra

 

 

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di Abramo Matteoli*

Esplorando i vicoli del nostro linguaggio mi rallegro spesso della folta presenza di espedienti semantici perfetti. La loro preziosità è di facile riconoscimento, in quanto descrivere il vissuto è quanto di più complesso si possa fare: un’audace impresa globale ed erculea a cui tutti siamo sottoposti. In particolare, credo che l’universalità di questo compito non sia dovuta alla necessità di comunicare che il vivere in società ci impone, piuttosto, imputo questa caratteristica alla profonda esigenza di mentalizzare ciò che ci accade. Esattamente come abbiamo bisogno di una spiegazione verbale per comunicare ad un nostro amico ciò che ci succede e come ci sentiamo a riguardo, abbiamo bisogno di una formula linguistica per rappresentare mentalmente gli eventi e le sensazioni. Affermo questo in quanto credo che la riflessione sentimentale in termini semantici (la famosissima “voce interiore”) sia necessaria alla rielaborazione e alla manipolazione del pensiero di ciò che ci accade. Il dialogo introspettivo del rimuginare supera quindi le immagini sinestetiche. SI può mentalizzare la nostra rabbia visualizzando il colore rosso, ma non si può riflettere sul perché senza dialogare con noi stessi utilizzando il linguaggio.

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E se Imagine di Lennon fosse solo un’utopia?  

 

Immaginare, John Lennon, La Pace, Lennon

 

 

di Silvia Barsotti

Qualche giorno fa ero seduta in macchina mentre alla radio passava una delle più belle canzoni, a parer mio, mai scritte: Imagine di John Lennon. Proprio quando su quelle dolci note, il cantante mi invitava ad immaginare un Mondo perfetto, all the people Livin’ life in peace, sul telefono mi è apparsa una nuova notizia di cronaca, quella di due ragazze di soli 13 anni, cadute vittima di un episodio di stupro da parte di loro coetanei. Leggendo le parole di quell’articolo sul telefono, i versi di Lennon in sottofondo, scritti da sempre come inno alla speranza, mi hanno fatto, per la prima volta, rendere conto di quanto in realtà costituiscano solo un’utopia, un sogno destinato a rimanere tale, che non troverà mai spazio per realizzarsi. La violenza sulle donne esiste da sempre, ricordiamoci, ad esempio, di quando Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, Leggi tutto “E se Imagine di Lennon fosse solo un’utopia?  “

Immensità

di Lisabetta Raffaetà

 

Cos’è l’immensità?

Il sole che si immerge

nel mare

 

il cielo che si fonde

con l’oceano

 

il pensiero che sprofonda

negli abissi più cupi.

Immensità.

 

Gli occhi ti abbracciano

l’anima ti sente

il cuore annega in te

Ed io?

Io rimango stordita dall’immensità delle mie emozioni.

 

La pagina bianca dell’essenza

di Veronica Zaffora

Micromegas è un breve racconto, apparentemente di svago, scritto da Voltaire in cui si può notare un atteggiamento critico e ironico verso teorie con cui non era d’accordo. Voltaire infatti nomina molti filosofi del tempo esprimendo indirettamente, attraverso Micromegas, il personaggio principale, la sua opinione sulle loro teorie. Da questo racconto si può facilmente dedurre che Voltaire sosteneva che l’universo fosse aperto e appoggia la teoria della gravitazione universale di Newton e quella dell’attrazione terrestre che implica che la terra ha la forma di uno sferoide, ed è quindi schiacciato sui poli. Su di essa gli esseri umani non sono altro che dei minuscoli atomi.

Micromegas è un giovane gigante abitante del mondo di Sirio, alto ben otto leghe (centoventimila piedi) e un filosofo molto intelligente. Inoltre, servendosi delle forze attrattive e ripulsive viaggiava, da un pianeta all’altro con agilità. Dopo aver esplorato La Via Lattea giunse a Saturno dove i cittadini, in confronto a lui, erano dei nani e si fece amico un piccolo saturniano: il “signor segretario’’. I due si scambiarono molte informazioni a proposito dei rispettivi pianeti confrontando il numero di sensi che avevano: rispettivamente 72 per i Saturniani e 1000 per i siriani; ma scambiarono qualche informazione pure sulla media dei loro anni di vita: 500 grandi rivoluzioni solari per i saturniani e 700 volte di più per i siriani, che non erano comunque mai abbastanza per soddisfarli. La conversazione durò per un po’ concludendosi con la decisione da parte dei due di intraprendere un viaggetto filosofico. Leggi tutto “La pagina bianca dell’essenza”