Bomber: generazioni a confronto

Erling Haaland, gioiello del BVB

Di Alessandro Rosati

Nel mondo del calcio i club si trovano spesso a dover far fronte al problema del ricambio generazionale. Le prestazioni dei giocatori titolari vanno inevitabilmente calando con il passare degli anni e le società si mobilitano per trovare un giovane sostituto che sia pronto nel momento in cui il collega più “vecchio” non sia più utile alla causa, o comunque decida di appendere gli scarpini al chiodo. In Italia la questione ha preso banco soprattutto dopo l’esclusione della Nazionale dal Mondiale 2018, quando gli Azzurri (età media dei titolari 29,8 anni) furono sconfitti nel doppio confronto con la Svezia. Con l’arrivo del CT Roberto Mancini sono arrivati un vento di novità e, soprattutto, un cambio di mentalità. Lo dimostra il caso di Zaniolo, arrivato alla Roma come contropartita nell’affare Nainngolan, fatto esordire con il Real Madrid al Bernabeu (all’età di 19 anni) e che adesso è un caposaldo della compagine giallorossa, infortunio a parte. Lo dimostra l’Inter, che in totale ha speso quasi 80 mln per l’acquisto di Sensi e Barella, rispettivamente di 24 e 22 anni. E ancora Tonali, classe 2000 e titolare al Brescia da due stagioni. E poi Esposito, Kean e chi più ne ha più ne metta.

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