Incontri7 min read

di Lisabetta Raffaetà

 

Le risate squillanti dei bambini, le grida delle madri che chiamano i propri figli, lo stridio dei gabbiani sulla spiaggia animano il bel paesino ligure di Lerici che si risveglia dal freddo inverno, accarezzata dai raggi del sole di maggio. Ormai è primavera inoltrata, periodo stupendo per chi abita nei posti marittimi, dove i bagliori della luce riflessa dal mare hanno sempre qualcosa di speciale.

I turisti qui non sono mai troppi e le passeggiate sulla spiaggia si trasformano in una passeggiata nell’anima e Perla adora camminare immersa nei suoi pensieri lungo quelle coste che la conoscono ormai da più di dieci anni. Le piace osservare ogni cosa, soprattutto i bambini che scorrazzano e che sembrano giocare con le onde del mare perché tutto la riporta indietro nel tempo a quando lei era una ragazzina.

Un sorriso affiora sul suo volto ma è un sorriso strano il suo, mai veramente dolce, mai sereno; forse lo stesso sorriso che quando era piccola nessuno capiva. No, in realtà solo Lale sapeva decifrarlo, sì Lale, il suo caro e forse unico amico cresciuto con lei in casa famiglia fino all’età di otto anni.

Mille ricordi invadono ora la mente e il cuore di Perla, il mare di Lerici di fronte a lei è calmo e rassicurante, il mare dei suoi ricordi invece tempestoso e freddo come in pieno inverno. Ricordare l’infanzia per Perla è sempre qualcosa di straziante, che le fa piangere il cuore; in casa famiglia a Firenze brave persone si sono occupate di lei, ma lei era per tutti la bambina scontrosa, troppo timida, che scappava di fronte all’affetto anche se ne aveva un immenso bisogno. Ancora oggi si ricorda come si sentiva quando alcune famiglie andavano all’istituto per conoscere i ragazzi per un affido o un’adozione. Lei la ricorda bene quella sensazione di ansia che la invadeva, da una parte avrebbe voluto gridare a tutti­: “Sono   qua, guardatemi, prendetemi, portatemi via”, dall’altra avrebbe voluto mimetizzarsi contro una parete per non essere né vista né considerata.

Anche con i suoi compagni non era facile fare amicizia, lei non si fidava mai troppo, così risultava superficiale e antipatica e nessuno la considerava più di tanto. Solo Alessandro, soprannominato Lale dai più piccoli, riusciva a farla ridere, a farla giocare, a farla sentire leggera dentro.

Chissà se Alessandro si ricorderà a volte di lei, quel ragazzino dagli occhi vispi, i capelli biondi sempre spettinati e un piccolo neo a forma di cuore sulla tempia.

Lale, solare, simpatico e aperto alla vita è rimasto solo tre anni nella struttura, poi è stato adottato mentre Perla, malinconica, scontrosa e timorosa è rimasta in casa famiglia fino a diciotto anni per poi fuggire da Firenze e trovare il suo luogo del cuore nella piccola e accogliente Lerici.

Ormai Perla è una donna, ha trenta anni e dopo tanti lavoretti è riuscita ad aprire un Caffè letterario, un luogo particolare dove non si fa solo colazione o si beve il caffè, ma dove è possibile leggere libri e riviste e di sera si può ascoltare tanta bella musica blouse. A Lerici il caffè di Perla è un punto di riferimento, quasi un’oasi tranquilla dove le persone si rifugiano a volte per dedicarsi qualche minuto di tranquillità.

Dopo la passeggiata sul mare Perla è stanca, troppi ricordi hanno affaticato il suo cuore e invaso la sua mente, così giunta al suo caffè sprofonda nel suo divano preferito e sorseggia un tè caldo, in cerca di un po’ di pace.

I mesi estivi passano velocemente nei posti turistici, tanto lavoro e molta gente, ma ormai è quasi la fine di settembre e Perla ha proprio bisogno di riposo. Dal suo caffè si vede bene il mare, la incanta, a volte rimane come   ipnotizzata, poi socchiude gli occhi e sospira; per chi la conosce queste azioni sono ormai un rituale. È ormai ora di chiusura quando la porta della caffetteria si apre, Perla spalanca gli occhi, un ragazzo alto, biondo, vestito in modo elegante varca la soglia del negozio. I due si guardarono per un attimo e un sorriso inconsapevole scappa ad entrambi finché il ragazzo inizia a parlare: “Buonasera, sono qui per una piccola pausa, posso accomodarmi?” la ragazza sussurra un lieve sì, lo fa sedere a un tavolo e gli porta da bere. I due iniziano a parlare, ormai nel Caffè non c’è più nessuno e per la prima volta Perla non si trova a disagio con uno sconosciuto. L’uomo vive a Milano, si trovava a Lerici per una breve vacanza, ha bisogno di riposarsi un po’ visto che ha da poco finito gli esami per la specializzazione in pediatria e che tra qualche settimana inizierà a lavorare in uno studio medico. Perla ascolta attentamente ogni sua parola, come se avesse di fronte un amico da sempre conosciuto, anche se lei non riesce a raccontare le sue passioni così facilmente. Il tempo scorre veloce, più veloce del solito, il ragazzo apre la porta per andarsene ma prima con un sorriso smagliante le dice: “Io comunque sono Alessandro, è stato davvero un piacere parlare con te” lei lo guarda e come senza rendersene conto con voce squillante risponde: “Io mi chiamo Perla ed anche per me è stato un piacere, pensi che ci rincontreremo?” Alessandro, uscendo dalla porta, sorride e con la testa annuisce.

Perla si incammina verso casa pensando ad Alessandro, un nome speciale e che le sta molto a cuore; per un attimo la sua anima si apre, le sembra di sognare ad occhi aperti. Dentro di lei vorrebbe tanto che quel ragazzo dai capelli oro, gli occhi attraenti e vispi e il sorriso leggero fosse il suo caro Lale…

Anche Alessandro cammina verso l’albergo e mille pensieri e ricordi affollano la sua mente. Il nome Perla rimbomba nella sua mente; Perla, un nome familiare ma anche raro, lo stesso nome di una ragazzina alla quale era molto legato da bambino: stesso sguardo, stessi capelli lunghi e mossi… gli sembrava davvero impossibile, ma quella notte non riesce a prendere sonno.

I pensieri di Alessandro e Perla si rincorrono per tutta la notte tra passato, presente e futuro come un vortice mosso dalla tempesta delle emozioni fino al mattino.

La mattina ormai è arrivata e Perla va a lavoro come sempre, a piedi, con la testa immersa nei suoi problemi, ma ad un tratto una mano sfiora la sua, alza gli occhi e un sorriso sincero le dà il buongiorno. I due camminano insieme fino al Caffè, senza dirsi una parola, poi Perla alza gli occhi e vede il neo a forma di cuore sulla tempia di Alessandro e dalla sua bocca esce forte il nome Lale.

Alessandro la guarda e in un attimo tutti i dubbi che aveva scompaiono e la sorpresa, l’emozione, l’affetto infinito dell’infanzia li avvolge come l’abbraccio che ora si stanno dando; Perla vorrebbe che quel momento non finisse mai.

Quel giorno i due ragazzi parlano per ore, Perla, per la prima volta forse parla con il cuore in mano, con lui le cose sembrano diverse, lui capisce il suo punto di vista, lui è come un porto sicuro dove mettere al riparo le proprie paure. Alessandro per un anno si divide fra Milano e Lerici, lavora duro tutta la settimana per poi raggiungere la sua Perla e alla fine dopo numerosi sacrifici riesce ad aprire un ambulatorio pediatrico proprio a Lerici per poter stare vicini.

L’amore, la passione e l’infanzia in comune li unisce come non mai, ma Perla vuole qualcosa di più, nonostante tutte le belle cose accadute in quell’anno, il mare tempestoso del suo cuore non si era placato del tutto.  Così un giorno, si reca Firenze con Lale, in quella casa famiglia che li ha accolti e cresciuti e verso la quale, nonostante tutto, nutre uno strano sentimento di affetto ma anche di tristezza e dolore.

Alessandro e Perla sono ora in quel grande salone con le pareti azzurre dove nulla sembra cambiato da trenta anni a questa parte, tanti bambini giocano in questa sala, ma uno in particolare viene notato da Alessandro: un piccolino timido con lo sguardo incuriosito e un po’ impaurito, lì seduto su una seggiolina che sembrava attendere una nuova vita. Come due calamite che si attraggono, il piccolo, di nome Luca va verso Perla, le stringe la mano e la guarda a lungo. Parlano poco, ma senza dubbi, le loro anime si sono incontrate.

Sono passati ormai tre anni da quel giorno e l’affido si è trasformato in adozione ed ora Perla, Luca e Alessandro sono una vera famiglia e Perla finalmente sente il suo cuore più leggero e pronto a lasciarsi andare, il suo sorriso ora è disteso e felice e guarda al futuro con quella serenità che ha solo chi è sicuro di amare ed essere amato.

 

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