La grande empatia del volontariato3 min read

di Michele Puccini

Dopo il percorso dei tre incontri sul tema del volontariato che abbiamo affrontato in classe ho deciso di scrivere una riflessione su ciò che questa esperienza mi ha lasciato.

Innanzitutto voglio ringraziare la Professoressa Salvetti che ci ha dato l’opportunità di riflettere sul significato stesso di volontariato e volontario. Ho capito che il volontario non è solo una persona che mette se stesso al servizio degli altri, ma che fa questa attività per arricchire anche se stesso, in quanto il volontariato ti può permettere di entrare davvero in empatia con gli altri, di comprendere davvero quali possono essere situazioni difficili dove è richiesto aiuto e come poter fare qualcosa di concreto per loro.

Ho apprezzato moltissimo uno dei due lavori che abbiamo fatto e che serviva per creare una cosa fondamentale tra i volontari, il lavoro di squadra, dove abbiamo dovuto provare a realizzare una piccola struttura stabile usando il nostro ingegno, congiunti, entro un tempo determinato. Questa attività inoltre ci faceva mettere in campo anche altre qualità necessarie a un gruppo di volontari, come la gestione dello stress, in quanto molte volte ci si può trovare ad affrontare anche situazioni difficili, e la capacità di mettere da parte l’ego per gli altri.

Personalmente, ho apprezzato ancora di più l’attività dell’altra lezione dove abbiamo visto delle esperienze di volontari che aiutavano in situazioni diverse: alcuni in Africa, alcuni per la raccolta delle olive, altri in vari centri specializzati (diurni e dormitori) per assistere chi è meno fortunato di noi. Dopo aver letto questi episodi abbiamo scelto una parola che ci ha particolarmente colpito di ognuno e io ho scelto “prenotato” come prima.

Il termine era collegato al fatto che le persone dovessero prenotare la propria possibilità di lavarsi o fare il bucato all’interno di questi, ma lo stesso anche per mangiare, bere e svolgere attività semplicissime che noi a casa nostra possiamo sempre fare tranquillamente e ciò ci fa comprendere quanto siamo fortunati a vivere e stare come siamo.

Questa esperienza ha quindi cambiato il mio modo di vedere il volontario, e Matteo, il ragazzo della Caritas che è venuto, mi ha aperto maggiormente gli occhi verso una realtà che tutti dovrebbero conoscere di più e su cui mi piacerebbe buttarmi: quella di mettersi al servizio del prossimo, dell’aiuto verso il bisognoso e di una dimensione assistenzialista dove non ci si aspetta nulla in cambio se non la felicità di chi riceve il dono del tuo prezioso aiuto.

Ovviamente tutto ciò avrebbe un impatto rilevante non solo a livello delle singole persone coinvolte, ma di tutti i cittadini, renderebbe una società impoverita di valori come la nostra un luogo migliore che rispetta i valori cristiani, umani e sociali.

Altre attività che mi hanno colpito di volontariato sono quella legata alla Croce Rossa o alla Croce Verde, oppure La Misericordia, che si occupano di assistere e accompagnare anziani e disabili. Oppure quella legata alla donazione di oggetti o cose che non utilizziamo più che dal concetto di dono ci permette di spaziare a quello di un’economia circolare dove il rifiuto può essere riutilizzato e non buttato e dato a chi ne ha bisogno. Ci sono quindi moltissime attività in cui tutti possono mettersi in gioco per fare la propria parte.

C’è bisogno l’aiuto di tutti per creare un mondo migliore. ✝️

 

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