Megan is missing, il fim3 min read

di Hermione Buensuceso

A quasi dieci anni dalla sua uscita, il film Megan is Missing è diventato virale sul social più popolare del 2020, Tiktok, così all’improvviso senza un particolare motivo, suscitando da parte di molti giovani reazioni terrorizzate poi condivise su tutte le piattaforme. L’invito di non guardare il film ha scatenato naturalmente l’effetto contrario, rendendo il film un trend sui social, dimostrando ancora una volta il potere di trasmissione di questi.

Ma cosa rende questo film così impressionante e traumatizzante? Sono curioso, dovrei vederlo?

Iniziamo col dire che Megan is Missing è un horror found footage diretto da Michael Goi, regista conosciuto per aver lavorato con Ryan Murphy per le serie American Horror Story e Glee, e fu girato nel 2006 ma gli ci vollero cinque anni per trovare qualcuno che distribuisse il film. Venne addirittura censurato in Nuova Zelanda, dove è stato definito inappropriato e nocivo al bene pubblico, a causa della rappresentazione esplicita di aggressioni e violenze sessuali che avevano come protagonisti normali adolescenti.

Megan is Missing è incentrato su due amiche di 14 anni, Megan Stewart e Amber Herman. Megan è una ragazza popolare a scuola, ma con un passato di abusi da parte del patrigno mentre Amy è tormentata da bulli a scuola, e tra le due nasce un grande rapporto di amicizia tra le varie esperienze adolescenziali. Insomma, due personaggi molto stereotipati ma a cui ti affezioni, perché provi una certa empatia essendo tue coetanee. Internet stava aprendo la sua strada in quegli anni e si stava inoltrando nelle vite di ogni persona, specialmente dei teenager. Megan conosce un ragazzo online di nome Josh, e un giorno, tra videochiamate e videochat, sparisce. L’amica Amy comincia a cercarla, soprattutto quando in rete cominciano a circolare foto di Megan torturata in un sito pornografico. E subito dopo sparisce anche Amy.

Il finale è estremamente violento e include una scena di violenza sessuale molto realistica e cruda.

I primi 40 minuti possono essere considerati come l’introduzione, dove Goi presenta le personalità delle due ragazze, e la loro vita da teenager negli Stati Uniti. Ma è negli ultimi 20 minuti che comincia la vera ‘azione’, quando ormai anche Amy è stata rapita. Il rapitore infatti avrebbe filmato questi ultimi 20 minuti della pellicola, la parte più cruda e più difficile da digerire. La ragazza viene privata di qualsiasi forma di dignità, di umanità. Non sono presenti molte scene di sangue, ma non è necessario, perché lo sconvolgimento è già dato dalla violenza psicologica delle scene.

Il regista si è ispirato a casi di rapimenti di minori e ha voluto evidenziare questa dura e triste realtà che riempiono le cronache americane, e soprattutto voleva mettere in guardia i giovani d’oggi dai pericoli sul web. Goi stesso ha voluto mandare un messaggio di avvertimento su Tiktok:

“Non guardare il film nel cuore della notte, non guardare il film da soli e se vedete le parole ‘Foto numero uno’ apparire sullo schermo, avete circa quattro secondi per spegnere il film nel caso stiate già andando fuori di testa, prima di iniziare a vedere cose che non volete vedere. Mi scuso con gli utenti che in questo momento stanno commentando dicendo quanto il film li abbia spaventati, ma mi rivolgo a coloro che pensano di vedere il film ma ancora non l’hanno fatto”.

Ma allora dovrei vederlo?

Sappiamo che i social riescono a condizionarci molto, ma per chiunque volesse mettersi questo sabato sera, in pigiama sotto le coperte con una cioccolata calda, e cercare questo film in streaming pensando ‘Ma che saranno mai le foto di cui parlano tutti! Sono sicuro di passarci sopra in un attimo’: siete stati avvertiti. So che molti di noi sono curiosi di vederlo, ma se siete persone sensibili, per favore non guardatelo. So anche per certo che alcuni si sentono in dovere di vederlo per non essere fuori dai margini della moda dei social. Potete anche essere non deboli di stomaco, ma la sensazione di vedere certe scene vi farà provare un tale disgusto, un tale sgomento da domandarvi:

Come fa un essere umano ad arrivare a pensare a ciò?

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