Umiltà e semplicità, per un po’ di felicità4 min read

di Alice Travaglini

   Marco Aurelio è stato un importante imperatore, filosofo e scrittore romano. Nato il 26 aprile del 121 d.C. a Roma e morto in Austria il 17 marzo del 180 d.C., partecipò a molte battaglie e campagne militari e proprio durante alcune di queste scrisse molti pensieri e riflessioni che sono stati poi raccolti nel libro di cui andrò a parlare tra poco. Possiamo quindi considerare Marco Aurelio come un vero e proprio intellettuale, in quanto venne istruito dal filosofo Frontone, in particolare sulla retorica, ma anche perché spesso si dilettava a scrivere in greco, soprattutto per esercitarsi.

   Il suo pensiero filosofico si basava principalmente sullo stoicismo, in particolare a quello di Epitteto, che mirava al raggiungimento della saggezza e dell’equilibrio interiore. La sua opera più importante è conosciuta con diversi nomi, come “Colloqui con sé stesso”, “Pensieri”, “Meditazioni”, o “Ricordi”. È suddivisa in dodici libri ed è stata scritta in greco, anche come esercizio e pratica delle sue conoscenze della lingua. Si tratta di una raccolta di pensieri e riflessioni, risalenti circa agli ultimi dodici anni della sua vita. Queste riflessioni sono scritte sotto forma di aforismi, lunghi o corti, che rappresentano un momento di meditazione personale, poiché Marco Aurelio le scrisse in primo luogo per sé stesso, e non per gli altri.

   Il primo libro, ultimo in ordine di redazione, è formato da una serie di ringraziamenti che Marco Aurelio fa a persone importanti della sua vita, come il nonno, la madre e i suoi maestri, con lo scopo di omaggiarli e far capire che tutte le riflessioni fatte sono il frutto dei loro insegnamenti, come il suo avo Marco Annio Vero, da cui ha ricevuto corrette abitudini ed un animo buono; da sua madre, Domizia Lucilla, dalla quale ha appreso “il rispetto verso gli Dei; la liberalità; il contenermi non soltanto dal compiere il male, ma perfino dal pensarlo; e la frugalità del cibo e il rifuggire la vita fastosa dei ricchi”, e quindi la buona educazione, che si basa principalmente sul rispetto verso gli Dei, ma anche verso gli altri, e nel vivere nell’ umiltà e nella semplicità; da Frontone, uno dei suoi insegnanti, che gli fece conoscere il vero mondo della politica romana, quanto esso fosse carico di falsità e di corruzione, e da cui imparò “quanta invidia, frode e simulazione esista nei tiranni e come in complesso coloro che tra noi son detti patrizi abbiano poi meno cuore degli altri”.

   Frontone infatti gli mostrò anche quali fossero le cattive qualità e gli ingiusti comportamenti di un tiranno, insegnandogli così come essere un buon sovrano; ma i temi principali sono molti e non hanno un preciso ordine tra i vari libri, e questo perché, essendo riflessioni spontanee, non seguono uno schema preciso, ma venivano scritte di getto dall’autore.

   Alcuni temi particolarmente importanti sono, ad esempio, la brevità della vita, i buoni comportamenti da rispettare e la ricerca e ritrovamento della pace interiore. Parlando della brevità della vita, possiamo dire che secondo Marco Aurelio tutto scorre come l’acqua di un fiume. Per lui la vita è breve, mutevole e, soprattutto, non eterna; pertanto crede che non vada sprecata inseguendo le cose vane, ma vissuta al meglio, facendosi guidare dalla ragione e dalla serenità (cfr. libro secondo, 4; libro quarto, 17, 18 e 48; libro quinto, 23).

   Facendo invece riferimento ai buoni comportamenti, possiamo dire che Marco Aurelio si sofferma molto su questo tema, in quanto li considera fondamentali per una vita corretta. Tramite queste meditazioni ci insegna come vivere una vita serena e pacifica e che tipo di comportamenti adottare per risultare una persona corretta.

   Questo tema si ricollega anche al terzo già citato in precedenza: il ritrovamento della propria pace interiore. Per Marco Aurelio la ricerca e il raggiungimento della pace interiore erano un qualcosa di molto importante: lui stesso tenta di arrivarvi proprio scrivendo questi aforismi.

   L’autore ci aiuta a riflettere, ci aiuta a capire che fare del bene sia importante sia per noi che per gli altri; ci insegna come ritirarsi in sé stessi, a volte, possa essere fondamentale per chiarire le idee, e ci mostra anche come eliminare tutte le parole, le azioni e le cose superflue ed inutili che ci circondano e a vivere ogni giorno con semplicità (cfr. libro secondo, 5; libro terzo, 5; libro terzo, 12; libro quarto, 3; libro quarto, 24; libro sesto, 30; libro settimo, 69; libro settimo, 73).

  Per concludere, possiamo dire che Marco Aurelio vedeva nella ragione umana l’elemento fondamentale per vivere meglio e che in questa raccolta di aforismi ce lo ricorda, suggerendoci di trattenere i nostri istinti, di non lasciar troppo correre le nostre fantasie e le nostre le passioni arginandole e guidandole attraverso la ragione (cfr. libro nono, 7)

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