Maradona: l’essere del calcio se n’è andato

Di Alessandro Rosati

Maradona è stato un semidio del calcio. Con la palla un dio, senza palla un uomo.

Quando pochi giorni fa Paulo Roberto Falcao, straordinario centrocampista degli anni ‘80, ha pronunciato questa frase, ha probabilmente descritto nel miglior modo possibile cosa è stato Maradona.

Maradona innanzitutto è stato gioia. È stato sorrisi sui volti dei grandi, stupore negli occhi dei più piccoli, magia sul prato verde: un fenomeno passato sulla terra per insegnare il calcio nella sua forma perfetta. Un talento del genere sulla terra non si era mai visto. Quando negli anni ‘80 prenota di diritto il trono sull’Olimpo del calcio, i meno giovani possono ancora ricordare le gesta di un altro fenomeno: O Rey Pelé. Il Brasiliano però ha giocato sempre e solo in patria, troppo difficile fare un confronto. Maradona invece è lì, in mezzo alla gente, a rivelare il calcio. 

Leggi tutto “Maradona: l’essere del calcio se n’è andato”

Il Dodgeball

di Francesco Mammone

   Calcio, basket, pallavolo, tennis… Questi sono gli sport più praticati dai ragazzi negli ultimi anni. Io sono Francesco, un ragazzo di 16 anni al quale, come penso alla maggior parte, piace fare sport. Io però non pratico nessuno degli sport elencati lì sopra, al massimo da piccolo avrò provato basket e forse calcio. Lo sport che pratico io non è molto conosciuto, anzi, possiamo dire che la gente appena lo sente nominare pensa e dice sempre <<Ah, ma esiste come sport?>> oppure << Non pensavo fosse agonistico come sport>> e fin qui tutte le risposte sono accettabili. Ci sono però stati alcuni casi in cui mi è arrivato questo tipo di risposta <<Invece di metterti a fare calcio o basket, ti sei messo a praticare questa “cosa” da sfigati, ma non ti vergogni?>>. Io all’inizio mi sentivo offeso, perché in questi casi già venivo praticamente escluso solo perché pratico uno sport non conosciuto, o al massimo poco conosciuto perché giocato solo a scuola nell’ora di ginnastica. Ma io, proprio per queste risposte, sono felice e orgoglioso di fare questo sport, perché ho capito che sono stato in grado di distinguermi.

Leggi tutto “Il Dodgeball”

Jamie Vardy, il bomber della gente

di Alessandro Rosati

   Dai monti del South Yorkshire, in Inghilterra, scende placido il fiume Don che con le sue anse eleganti attraversa la Contea e la città di Sheffield. La calma del corso d’acqua però si scontra inevitabilmente con lo scenario da Rivoluzione Industriale della stracittadina. Sheffield è famosa in tutto il Regno per la produzione di acciaio e ciò non può che implicare una caratteristica peculiare e forse non molto nobile: la presenza di industrie (e non poche). Tra palazzi moderni sbucano stabilimenti metallurgici, meccanici, metalmeccanici e chi più ne ha più ne metta.

   Proprio qui, nel rumore assordante dell’industria, lavora un ragazzo di vent’anni. È il 2007. Quel ragazzo guarda e maneggia i suoi attrezzi industriali con la meccanicità di un operaio, ma i suoi occhi sognano già la fine della giornata e ciò che lo aspetta: due porte, un pallone e un campo d’erba, forse. Già perché magari neanche il manto erboso ricopre quei 100 metri di magia, ma a lui va bene lo stesso: l’importante è giocare a calcio. Scordatevi i prati perfetti, le interviste e i milioni, perché il calcio dilettantistico sarà anche passionale ed emozionante, ma è terribilmente crudele. Dopo una giornata di lavoro infatti, ad aspettare quel ragazzo ci saranno i suoi compagni, il mister, qualche pallone e il freddo aspro dell’inverno Inglese.

Leggi tutto “Jamie Vardy, il bomber della gente”

L’Italia pazza e geniale di Euro 2000

di Alessandro Rosati

   Correva l’anno 2000, in radio impazzava Ops I did it again di Britney Spears e l’Italia era in corsa per la finale dei primi Europei del nuovo millennio. Il 29 Giugno l’Amsterdam Arena è un pallino arancione in mezzo alla capitale Olandese: i quasi 55mila posti dell’attuale Johann Cruijff Arena sono occupati quasi completamente da sostenitori degli Orange, che immaginano già Berkgamp e compagni contendersi il titolo in finale con la Francia.

   Dopo 34 minuti Zambrotta viene espulso per doppia ammonizione: gli Azzurri sono già in 10 uomini. Per l’Olanda la strada è in discesa, forse. Eppure quel giorno quella compagine col tricolore cucito sul petto decise di incidere i propri nomi nella leggenda.

Sarà un tiro al bersaglio verso la porta difesa dall’Italiano Toldo, ma il numero 12 della Nazionale abbasserà la saracinesca cosicché Maldini e Cannavaro non dovessero mai raccogliere il pallone in fondo alla rete.

   È la serata di Francesco Toldo, ai posteri la leggenda della semifinale di Euro 2000.

Leggi tutto “L’Italia pazza e geniale di Euro 2000”