Dalla vostra sardina di Firenze2 min read


di Margherita Azzi



  Brividi, pianti, sorrisi, unione, forza, felicità, fratellanza, senso di appartenenza, farfalle nello stomaco ed altre mille emozioni che non vi posso spiegare. Sono le tre di notte di sabato sera ma non posso aspettare, ho bisogno di scrivere. Sono tornata a casa da venti minuti e mi sento una sardina di Firenze. Di tutto il mondo. Ora sono qua, scombussolata, da mille emozioni diverse, e con un po’ di amaro in bocca, per il ritorno istantaneo alla realtà, alla mia cameretta, per la fine della giornata con l’unico desiderio di ricominciarla. Perché è stata ossigeno. Perché dopo tanto tanto tempo mi sono sentiva viva e per una serata quel senso di solitudine se ne è andato via. Perché fino a qualche ora prima ero immersa in un mare di libertà e speranza e ho intravisto per uno sfuggente attimo un futuro. Noi, tutti noi. Migliaia di persone che si erano radunate in piazza della Repubblica per esserci, senza violenza, senza urli, ma con amore, con fratellanza, desiderosi di una politica e di un futuro diversi. 

   Eravamo tutti lì, persone di tutte le età, giovani, adulti e anziani, con tutte le nostre debolezze e diversità, ma uniti da un sentimento comune. Volevamo sentirci meno impotenti e penso che ci siamo riusciti, almeno io. Tutti quegli sguardi un po’ lucidi che incrociavo, esprimevano voglia ‘di esserci’, voglia di ‘farsi sentire’. 

   Forse però la cosa che mi ha scaldato più il cuore è stata un’anziana signora che mi ha preso la mano e me l’ha stretta forte forte. Quel piccolo gesto è stato per me mille parole mute. Brividi, tantissimi brividi. E poi questi ragazzi fantastici che ho avuto il piacere di conoscere meglio, che parlavano di libertà, di Costituzione, di vera politica, hanno ribadito il “basta” alle “scorciatoie” e alle “finte” soluzioni del populismo. Hanno parlato di pace, di non violenza, di amore. Avrei voluto fermare il tempo. Sono stati fantastici. Hanno detto cose che non so riscrivere. E io li ringrazio a nome mio e mi permetto di farlo anche a nome delle migliaia di persone che erano lì. Grazie. E poi abbiamo ballato accompagnati da Guccini (la ‘rivolta fra le dita’) e da De André, e da tante altre canzoni.

  Mi avete scaldato l’animo, mi avete fatto sognare, mi sono sentita utile a qualcosa. Stasera l’odio ha perso… stasera abbiamo creato qualcosa di unico… stasera vi voglio bene. Perché, De Gregori lo cantava, “la storia siamo noi”.

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