Immergiamoci nel mondo della psicoanalisi con Sigmund Freud6 min read

di Pietro Benedetti e Silvia Barsotti

 

Introduzione alla psicoanalisi, una delle opere ammiraglie del panorama freudiano, è la fedele trascrizione scritta delle 28 lezioni tenute da Freud all’università di Vienna tra il 1915 ed il 1917. In quest’opera Freud si occupa di esporre tutte le scoperte e conclusioni teoriche cui è pervenuto, concedendosi socraticamente di rispondere, valutare, le critiche e i dubbi avanzati da oppositori e dissidenti. Quest’opera è considerata un punto di partenza fondamentale per coloro che desiderano avvicinarsi ed immergersi nel mondo della psicoanalisi, anche se gli argomenti trattati presentano una notevole complessità e talvolta può risultare difficili comprenderli fino in fondo.

L’opera si divide in tre parti precedute da una breve ma significativa introduzione. La prima parte è dedicata agli atti mancanti, la seconda al sogno mentre nella terza discute il tema della nevrosi. Sin dalle prime pagine del libro, l’autore decide di occuparsi del contrasto e delle differenze tra la medicina e la psicoanalisi che risiedono nella concezione della natura dei disturbi mentali. La medicina si concentra sulla ricerca di cause fisiche o biologiche dei sintomi e sulla somministrazione di farmaci o procedure mediche per trattare tali disturbi. La psicoanalisi, invece, ritiene che molti disturbi mentali abbiano radici psicologiche e che la comprensione profonda dei processi mentali inconsci sia fondamentale per il trattamento. Mentre nell’insegnamento della medicina c’è la possibilità di vedere, di toccare, di agire in prima persona, nel trattamento analitico c’è solo uno scambio di parole tra l’analizzato e il medico. È proprio qui che risiede l’importanza della parola mezzo con il quale un uomo influenza l’altro e viceversa.

Data la complessità del modo di curare i pazienti attraverso la psicoanalisi, ovvero con un approccio basato sulla parola e sull’auto-riflessione, non sempre è stata ben accolta; proprio per questo Freud si pone come primo obbiettivo nell’opera quello di sostenere l’importanza dell’interiorità della mente e il mondo delle emozioni, che dovevano essere esplorati e riconosciuti come fattori cruciali nel benessere umano.

La prima parte dell’opera è quindi dedicata gli atti mancati, in riferimento ai quali l’autore ci illustra la propria interpretazione, portandoci a considerarli manifestazioni inconsce dei desideri repressi o dei conflitti psicologici presenti nella mente delle persone. Le azioni sbagliate o gli errori apparentemente insignificanti si verificano dunque quando il nostro inconscio cerca di esprimere o nascondere tali desideri o conflitti, che potrebbero essere inaccettabili o provocare ansia se fossero consapevoli. Gli atti mancanti rappresentano “il risultato dell’interferenza di due diverse intenzioni, l’una può essere detta perturbata mentre l’altra perturbatrice”. Gli atti mancanti attestano quindi che l’attività svolta dalla psiche ha un carattere dinamico e conflittuale; la tendenza perturbata coincide con la volontà cosciente del soggetto mente la tendenza perturbatrice è solitamente una contro intenzione che si mostra ostile alla prima. Negli scritti di Freud, gli atti mancati si riferiscono a quegli incidenti o errori apparentemente casuali che accadono nella vita quotidiana, come dimenticanze, lapsus, errori di lettura o di scrittura, o azioni sbagliate: non semplici casualità, ma che al loro interno nascondono un significato psicologico più profondo.

In seguito all’interpretazione degli atti mancati, il libro apre una visione approfondita del concetto di interpretazione dei sogni. Secondo Freud, i sogni sono infatti il risultato di desideri e impulsi repressi che emergono dall’inconscio e trovano espressione durante il sonno. Proponendoci diversi esempi di sogni realmente fatti dai suoi pazienti, Freud riporta di ognuno di questi la relativa interpretazione, un processo che richiede l’analisi dei simboli e delle associazioni che emergono durante il racconto del sogno. Egli, parlandoci delle azioni dell’inconscio prodotte nel sonno ricorre alla differenza tra da contenuti manifesti e contenuti latenti; il primo si riferisce agli elementi evidenti e alla trama del sogno che viene ricordato al risveglio, il secondo rappresenta il significato simbolico e nascosto del sogno.

Freud per trasportarci più a fondo nel tema della psicanalisi esplora anche il concetto di interpretazione simbolica dei sogni. Egli suggerisce diversi esempi di simboli che all’interno dei sogni vengono impersonati da oggetti anche completamente opposti. Durante i sogni, oltre alla trasposizione di oggetti e persone in simboli, avviene anche deformazione onirica: ciò che ci fa apparire il sogno strano ed incomprensibile. A questa appartiene anche la censura onirica: processo secondo il quale elementi presenti nel sogno vengono omessi e sacrificati, non rendono essi riformabili nel sogno manifesto. All’interno di questi capitoli Freud con particolare attenzione ed insistenza ci descrive dettagliatamente il lavoro onirico: processo che trasforma il sogno latente in sogno manifesto. Questo processo psichico può avvenire in tre diverse modalità: la condensazione, secondo la quale il sogno manifesto è una sorta di traduzione abbreviata di quello latente; lo spostamento, che consiste nel passaggio dell’accento psichico da un elemento importate ad un elemento rilevante che fa apparire strano e privo di senso il sogno; e, infine, la trasposizione di pensieri in immagini visive.

Il modo in cui l’attività onirica si esprime, viene definito arcaico o regressivo; infatti, i sogni nella maggior parte dei casi, riportano esperienze vissute nei primi anni di vita delle quali non è stata lasciata nessuna traccia ma che ritornano nel sogno come ricordi ben conservati. Per esprimere al meglio questo concetto, Freud all’interno del suo libro ci parla anche dei sogni infantili, quei sogni che essendo brevi, facili da comprendere e non deformati oniricamente ne risulta più facile l’analisi.

Al termine dei capitoli riguardanti i sogni, Freud passa a qualcosa di più complesso ovvero la nevrosi; l’autore ce ne parla come di una condizione psicopatologica caratterizzata da sintomi che non trovano una causa organica identificabile. Secondo Freud le nevrosi sono causate da conflitti interni tra le diverse parti della mente e che queste tensioni interne si manifestano attraverso sintomi psicologici; sottolinea inoltre che le esperienze infantili e i traumi possono giocare un ruolo significativo nello sviluppo delle nevrosi. Freud identica tre tipologie diverse di nevrosi: l’isteria, la nevrosi ossessiva e la fobia, strutture psicopatologiche distinte in base alla tipologia del sintomo.

Con l’Introduzione alla psicoanalisi, possiamo notare come la scrittura di Freud non sia solo un’esposizione teorica, ma rifletta anche la sua passione e il suo impegno per la ricerca dell’inconscio, spingendo i suoi lettori a esplorare i recessi oscuri della propria psiche e ad affrontare le dinamiche complesse che influenzano il comportamento umano. La sua scrittura è orientata alla divulgazione e all’educazione, mirando a diffondere la conoscenza della psicoanalisi e a suscitare un dibattito costruttivo nel campo della psicologia. Freud utilizza uno stile che in nessun modo incide sulla compiutezza dell’opera, per relazionarsi al meglio con i suoi lettori ed ascoltatori, basti pensare che nelle lezioni da lui tenute nell’ateneo viennese, l’uditorio era prevalentemente composto non da persone professioniste o comunque conoscenti nel settore, ma da estranei al mondo della psicoanalisi.

In conclusione, la lettura dell’Introduzione alla Psicoanalisi richiede un certo impegno da parte del lettore, poiché le idee di Freud sono complesse e spesso richiedono una riflessione approfondita. Tuttavia, il testo è stato scritto in modo tale da risultare accessibile anche a coloro che non hanno una formazione psicologica specifica, rendendo così possibile un approccio iniziale alla psicoanalisi.

Sigmund Freud, Introduzione alla psicoanalisi, Torino, 2012, Boringhieri editore

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