Per fare tutto, non agire5 min read

di Veronica Zaffora

Il Tao tê ching è uno di quei libri che non perde il suo valore attraverso i secoli.  Quest’opera costituisce infatti il fondamento del pensiero taoista. I pensieri in essa contenuti furono messi per iscritto da Lao-tzu intorno al 300 a.C. ma si possono facilmente applicare anche al giorno d’oggi e penso che rimarranno attuali anche in futuro.

Il titolo del libro viene tradotto come Tao, inteso come vita che è l’idea dominante di tutta la filosofia cinese. Secondo questa, ogni cosa per quanto sia completamente diversa da ogni altra è strettamente correlata con tutto il resto, come il lavoro di un uomo che coltiva il grano, che porta alla fertilità della terra provocata dalla pioggia proveniente dal cielo. Così ci sono costanti tra il cielo, la terra e l’uomo (la Via, Tao del cielo, la Via, Tao della terra e quella dell’uomo), perché quando c’è un ostacolo su una Via c’è anche sulle altre.

Questo concetto può essere espresso con dei simboli che possono rappresentare tutte le cose e sono formati da linee continue e spezzate che formano 64 esagrammi: questo indica che negli esagrammi non c’è permanenza e tutto è in continua mutazione. Tra queste alternanze ci sono due poli: lo yin che indica la femmina, l’oscurità, il freddo, la passività, il pari, la linea spezzata, e lo Yang: la luce, il calore, il maschio, l’attività, il dispari, la linea intera. L’alternanza dei due implica la Via.

Il Capitolo II descrive perfettamente il concetto di Tao che ricorda quello di Eraclito, dove gli opposti non esistono l’uno senza l’altro, del 500 a.c.

“Tutti nel mondo riconoscono il bello come bello,

in questo modo si ammette il brutto.

tutti riconoscono il bene come bene, in questo

modo si ammette il non-bene.

Difatti: l’Essere e il Non-essere si generano l’un

l’altro; il difficile e il facile si completano l’un l’altro; l’alto e

il basso si invertono l’un l’altro; i suoi e la voce si

armonizzano l’un l’altro; il prima e il dopo si seguono l’un l’altro.”

 

Un altro concetto alla base del pensiero taoista è quello del , che significa virtù, per la quale tutto si deve sviluppare spontaneamente e senza forzature. Tutto questo fa parte del meccanismo della natura dove tutto si crea in modo impercettibile. L’ uomo in particolare deve comportarsi nel medesimo modo: spontaneamente e liberamente se invece si comporta in modo testardo, fuori dal naturale, allora porterà al disordine. L’uomo, il santo taoista che viene chiamato anche principe, deve essere sempre attento a non fare niente in modo cosciente che possa convertire la natura delle cose. Quest’azione del non agire è chiamata Wu Wei. Il “non agire” non è soltanto una semplice passività, ma una condizione più elevata che indica il seguire il flusso cose, il processo del cambiamento e di crescita in se stessi dove il mondo è concepito come continuo movimento.

 

Il Wu Wei viene spiegato anche nel capitolo XLVIII

“Colui che si applica allo studio aumenta ogni giorno.

Colui che pratica la Via diminuisce ogni giorno.

Diminuendo sempre di più, si arriva al Non-agire.

Non agendo, non esiste niente che non si faccia”

 

Il concetto del non-agire non significa come si può supporre letteralmente non fare niente ma, al contrario bisogna semplicemente vivere la vita senza sforzarsi di fare cose mettendoci troppi sforzi e stress senza godersele, ma cercando d’imparare, di lavorare, di vivere seguendo i propri interessi e lasciandosi travolgere da quello che ci può piacere in modo che qualunque evento possa insegnarci una lezione che non dimenticheremo per tutta la vita.

Il Tao tê ching inoltre parla di politica: al tempo era diffusa la convinzione secondo cui la natura dell’uomo è malvagia e che soltanto attraverso leggi e pene severe lo si può costringere ad un buon comportamento. I piccoli delitti si devono punire severamente per evitare gravi delitti: questo porterà a una situazione in cui non si dovranno infliggere pene perché nessuno oserà commetterle e si finirà per ‘non fare niente’, Wu Wei. In questo sistema il popolo deve rimanere nell’ignoranza e semplicemente dedicarsi all’agricoltura e al servizio militare e siccome il popolo rifiuta le fatiche pesanti dell’agricoltura e il pericolo del servizio militare bisogna rendere la vita ordinaria così pesante che il servizio militare sembri quasi desiderabile e permetta anche di arricchirsi. Tuttavia non si può permettere ai cittadini di arricchirsi troppo, quindi il principe deve rendere ricchi i poveri e poveri i ricchi e utilizzare tutte le risorse accumulate nell’agricoltura e nella guerra.

Questo pensiero è caratteristico della scuola legista ed è in stretto contrasto con il pensiero taoista che dice che il principe si dovrebbe astenere da ogni sforzo ed è quindi pacifista. Questa convinzione è espressa nel Tao tê ching. Le idee Taoiste al tempo erano quindi troppo poco pratiche perché un governo ne potesse trarre profitto. Il pensiero Taoista venne quindi presto sostituito da quello confuciano, ma ciò nonostante tutto il testo del Tao tê ching ha continuato ad esercitare una grande influenza, soprattutto il concetto di Wu wei.

“La ragione per cui il Fiume e il Mare possono essere re delle cento valli è la loro facoltà di essere più in basso di esse: così possono essere re delle cento valli.  Perciò, se il Santo desidera essere al di sopra del popolo, è necessario che si ponga al di sotto di esso con le sue parole. Se egli desidera essere davanti al popolo, è necessario che si metta dietro di esso con la sua persona.

Così il Santo è posto al di sopra senza che il popolo ne soffra. Perciò Tutti-sotto-il-cielo lo spingeranno volentieri innanzi, senza stancarsi di lui. Poiché egli non lotta, nessuno al mondo può lottare contro di lui.”

Nel capitolo LXVI, dove viene illustrata questa teoria, si parla anche della figura del santo taoista che diventa sovrano stando al di sotto dei suoi sudditi, non al di sopra, e che facendo piccoli gesti e aiutando la gente non la fa soffrire come invece solevano fare i sovrani del tempo.

Nel complesso il Tao tê ching è un libro che esprime un pensiero davvero rivoluzionario, che promuove una concezione della realtà opposta a quella attuale. Il suo scopo è quello di rendere possibile una vita migliore, più serena e più lunga. La semplicità di questi concetti è sorprendente, sebbene sia anche complicato attuarli in una società come la nostra, dove gli sforzi sono strettamente necessari e molte cose sono d’obbligo.

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