Il destino in una chiave5 min read

di Lisabetta Raffaetà

Il vento caldo di giugno scompiglia i capelli di Laura che seduta sugli scogli della sua amata Camogli, ammira il mare e si fa coccolare dal tepore del sole. Ogni anno la ragazza trascorre le sue vacanze nella casa dei nonni materni, un bell’appartamento proprio di fronte al mare, quel mare dove ha fatto milioni di tuffi con gli amici d’infanzia, quel mare che ogni volta che rivede gli riempie il cuore di cari ricordi. Laura oggi è triste anche se di fronte al mare, per la prima volta sarà da sola nella casa dei nonni, ormai loro non ci sono più e ai suoi occhi tutto appare diverso.  Laura stringe forte nella mano un portachiavi poi lo guarda e le lacrime solcano il suo viso, una piccola chiave di ottone brunito è appesa lì, insieme ad altre chiavi da molti anni, la guarda prima con nostalgia, poi con rabbia poi è tentata di gettarla via. Il cuore della ragazza è sopraffatto da emozioni e la sua mente corre lontana a quell’estate afosa di quindici anni fa quando in un caldo pomeriggio si era avventurata nella cantina di nonna Carla alla ricerca di un po’ di fresco e qualcosa da scoprire. La nonna usava la cantina come rimessa, là dentro c’era veramente di tutto e lei stessa la chiamava “la stanza delle meraviglie” perché racchiudeva un mondo fatto di antichi bauli di pelle, poltrone di velluto logorato dal tempo, vecchi armadi, giocattoli in legno… insomma, un mondo tutto da scoprire.

Laura non dimenticherà mai quel giorno nella cantina quando seduta su un’antica sedia a dondolo, vide una chiave nella serratura di un cassetto di un vecchio comò; era l’unica chiave presente in quel mobile, così incuriosita la girò ed aprì il cassetto. Cominciò a rovistare trovando un piccolo tesoro: vecchie tovaglie bordate di pizzo ormai ingiallito dal tempo, una foto che ritraeva nonno Arturo da giovane, alcuni documenti ed infine in fondo al cassetto, sotto tutte le tovaglie, i pizzi e i ricami trovò un vecchio quaderno, forse un diario, legato da un nastro rosa. Laura lo prese, si mise seduta e con gran delicatezza, cominciò a sfogliarlo; le pagine quasi scricchiolavano ed avevano tante macchioline scure, il tempo aveva lasciato il suo segno! Sicuramente quelle pagine erano state scritte con un pennino, l’inchiostro era diventato grigio chiaro e tutto questo suscitò in Laura una grande curiosità, tanto che cominciò a leggerlo. Per dieci giorni Laura andò nella cantina, di nascosto apriva il cassetto con la chiave e leggeva la storia di nonna Carla, sì, il quaderno altro non era che un diario sul quale nonna Carla scriveva da giovane le cose più importanti che le erano accadute. La ragazza tutta entusiasta prima di parlarne con la nonna decise di leggerlo tutto, così giorno dopo giorno scoprì che il suo primo amore non fu nonno Arturo, ma il dodicenne compagno di banco di nome Marco che le diede anche un bacio sulla guancia, che il suo sogno era di diventare una cantante lirica ma i suoi genitori non avevano soldi per farle studiare musica e scoprì che conobbe per la prima volta nonno Arturo all’età di sedici anni e che da quel momento non si lasciarono più.

Un giorno però lesse qualcosa che non avrebbe mai voluto: nonna a quel tempo aveva solo venticinque anni, si era sposata da pochi mesi e viveva già con Arturo a Camogli, era un freddo giorno di dicembre del 1943 quando in piena notte qualcuno bussò alla porta; nonna Carla aprì terrorizzata, erano i tempi della guerra e tutto poteva accadere. Quella notte accadde qualcosa che avrebbe cambiato il destino di alcune persone soprattutto quello di una bambina. Carla si trovò davanti David e Lucia, una coppia di giovani ebrei loro amici, che abitava da qualche tempo nel paesino ligure.

Lucia aveva una piccolina partorita da appena dieci giorni e con le lacrime agli occhi la mise tra le    braccia di Carla supplicandola di amarla come fosse sua figlia e di considerarla tale se non avesse avuto più sue notizie entro tre anni.

La giovane coppia, temendo il campo di concentramento, voleva tentare la fuga verso la Francia ma per la piccolina era troppo pericoloso così presero la tragica decisione di lasciarla a Carla e Arturo. Laura quel giorno lesse quelle pagine mille volte, era incredula, ferita, dentro di sé sperò di vivere un incubo ma continuando a leggere ebbe la conferma che sua madre, che non a caso ha nome Lucia, non era figlia di Carla e Arturo. Per giorni la giovane Laura si sentì tormentata, troppe domande angosciavano la sua mente e il suo cuore, cosa avrebbe dovuto dire a sua madre?

La ragazzina prese una decisione, ripose il quaderno dove lo aveva trovato, chiuse il cassetto e giurò di tenere con sé per sempre quella chiave che apriva un mondo di ricordi e di segreti.

Sono passati quindici anni ormai da quella famosa estate e Laura con il tempo ha capito che mamma Lucia non sapeva niente del suo vero passato   ma era anche vero che Carla era stata una madre premurosa e nonna eccezionale. Ormai i nonni non c’erano più, lei avrebbe potuto dare il quaderno a sua madre, raccontarle tutto e liberarsi di quel peso che da anni le soffocava il cuore. Ora è lì a Camogli a pochi metri dalla cantina dove si trova il diario, Laura stringe forte nelle sue mani quella chiave che porta con sé ormai da molti anni. Le lacrime scendono sul suo viso, vorrebbe gridare ma ad un tratto agisce d’impulso e getta la chiave in mare, nel suo caro mare ligure custode di tante gioie, ricordi e adesso anche di un grande segreto che mai più la tormenterà.

Laura dopo tanti anni si sentì il cuore leggero.

 

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