La morte del calcio

Fonte foto: profilo Instagram Seria A Tim

di Alessandro Rosati

   Mercoledì sera si è giocata Napoli-Juventus, partita valida per decretare chi si sarebbe potuto gongolare con la Coppa Italia fra le mani. L’onore è stato dei Partenopei, che si sono aggiudicati la finale ai rigori, senza supplementari. È proprio da qui, da quei tempi supplementari eliminati completamente, che è partito il declino di un calcio ormai senza emozioni.  Quei tempi supplementari sono un urlo strozzato in gola: l’urlo di chi, in piedi su un seggiolino dello stadio, sotto il sole cocente o sotto la pioggia battente, con la temperatura gelida e magari dopo 500 km di trasferta, avrebbe esultato per un goal della sua squadra. Quell’urlo rimasto fermo, immobile, bloccato nel tempo da Marzo, quello che tutti gli Italiani (e non solo) all’unanimità vorrebbero gridare.

   È come l’urlo di Tardelli ai Mondiali dell’82, è la vena di De Rossi che si gonfia dopo un goal, o il rigore di Grosso nel 2006. Ma è anche il fallo di Iuliano su Ronaldo, la beffa dell’arbitro Moreno nel 2002 e il rigore di Baggio nel ’94. Ed è lo stesso identico urlo di un ragazzino per strada, dopo aver visto il suo pallone entrare in una porta improvvisata con due maglie o con un qualsiasi oggetto trovato sul posto.

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Il calciatore più forte di tutti i tempi

di Alessandro Rosati

   Lisbona, 9 Marzo 1966. In città da qualche giorno si respira un’aria strana: è l’atmosfera della Champions League, quella che allora si chiamava Coppa dei Campioni. L’Estadio da Luz è gremito del pubblico delle grandi occasioni. Più di 50mila spettatori occupano i posti a sedere dell’A Catedral, come usano chiamarlo i tifosi, per assistere ai Quarti di Finale del torneo. Il Manchester United sfida il Benfica padrone di casa.

   La splendida cornice di spettatori passa però in secondo piano, perché in campo c’è un ragazzino che sta stupendo tutti. Ha i capelli lunghi, le basette folte (come erano di moda in quegli anni), una velocità fuori dal comune e una tecnica sbalorditiva. Sulla schiena, sulla maglia rossa, risalta in bianco il numero sette.

   Quel ragazzino di 19 anni è George Best e sta entrando nella storia del calcio. Dopo 11 minuti di gioco ha già realizzato la doppietta stendendo il Benfica di Eusebio, che nei precedenti 5 anni aveva sempre raggiunto la finale di Coppa dei Campioni. Il giorno seguente la stampa Portoghese impazzisce e lo definisce “il quinto Beatles”. Mai soprannome fu più azzeccato: oltre al look del calciatore (molto simile a quello del gruppo Inglese) la genialità era la stessa.

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La nebbia cancellò Superga

L’aereo dopo lo schianto

di Alessandro Rosati

C’è una Chiesa, più precisamente una Basilica, poco fuori Torino. Sorge su un colle e sovrasta il panorama piemontese. Si trova lì ormai da più di 300 anni e  si slancia imponente e solenne per dominare il paesaggio.

C’era, la Basilica di Superga, anche 71 anni fa.

C’era anche alle 17:03 di quel 4 Maggio 1949, quando un aeromobile FIAT G.212 si schiantò contro il suo muro posteriore senza lasciare alcun sopravvissuto.

Quell’aereo trasportava in totale 31 persone: l’equipaggio e il Grande Torino.

Ma riavvolgiamo un attimo il nastro.

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Le sei partite più belle di Wembley

di Alessandro Rosati

Compie oggi 13 anni il Wembley Stadium, la struttura che ospita le partite in casa della nazionale Inglese e ogni anno la finale della FA Cup. L’impianto sostituì nel 2007 il vecchio Wembley Stadium, demolito invece nel 2003. In realtà l’inaugurazione dello stadio avvenne il 9 Marzo 2007, quando diventò il più costoso mai costruito con circa 920 milioni di euro (record destinato ad essere battuto due anni più tardi dallo Yankee Stadium con 1,1 mld dello stesso conio). La prima partita ufficiale però fu giocata proprio il 24 Marzo dello stesso anno, appunto 13 anni fa. Quel giorno scesero in campo le formazioni U21 di Italia e Inghilterra, che terminarono la gara in un pirotecnico 3 a 3. Mattatore del match fu un giocatore destinato a diventare una conoscenza importante della Serie A: Giampaolo Pazzini. Dopo 28 secondi siglò lo storico primo goal nel nuovo stadio, per poi ripetersi all’ottavo e al ventiduesimo minuto del secondo tempo. 

In occasione di questa speciale ricorrenza, ecco selezionate le sei partite più belle giocate a Wembley dal 2007 a oggi.

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